mercoledì 23 marzo 2016

Hyde Park

di Martina Cadin





Proprio un anno esatto fa (scorse vacanze di Pasqua) sono andata in Inghilterra e, oltre che visitare musei, mostre, robe antiche e cose varie, ovviamente, mi sono portata dietro la Canon per immortalare belle specie e fare occasionali lifers nella patria del Birdwatching.
Parrocchetto dal collare alla mangiatoia

Dopo aver insistito parecchio con i miei, appoggiata però da mio papà, alle 6 di mattina io e mio padre eravamo all’ Hyde Park, tutto un cinguettare e starnazzare animato (anche se volevo andare su una scogliera a sud, dove era stata accertata la presenza di pulcinelle e fulmari... va be). Tutto ciò che dicevano su quel parco era vero: scoiattoli e cinciarelle che ti mangiavano dalle mani, parrocchetti dal collare in ogni dove, anatre mandarine, fischioni…


Anatra mandarina
Lanciando alcuni richiami a voce, riuscii a far avvicinare per bene un esemplare di anatra mandarina che galleggiava sul Serpentine Lake, tanto quel che bastava per scattare una bella foto… poco dopo però, tornò frettolosamente a largo, mischiandosi con la solita moltitudine di germani reali e folaghe. Presi il binocolo e scrutai il mucchio di anatre, e notai una di loro molto bianca. La guardai meglio, e vidi che era una pesciaiola maschio: quello forse, è stato il più bel lifer dell’inghilterra.
Poi, più avanti, la fortuna mi mostrò un Gobbo della Giamaica appena riemerso, come un tappo di sughero, che si rituffò immediatamente sott’acqua. 

Pettirosso spuntato fuori dal nulla

Mentre con mio padre scattavo la foto al pettirosso, lui mi indica il cielo, e riconosco il jizz inconfondibile e galleggiante di un upupa in volo. 
Fermandoci per fare un veloce pranzo composto da panini al formaggio, notiamo che dietro di noi qualcuno rovista nei sacchetti di carta dove prima c’erano i panini… ho la macchina fotografica attorno al collo, e la punto verso lo scoiattolo che rovistava dietro di noi:  incuriosito, avvicina il muso all’obbiettivo e si fa scattare in un primo piano!


Con questa foto concludiamo il nostro piccolo giro all'Hyde Park, e torno al B&B molto contenta per quella pesciaiola e il gobbo appena spuntati dalla mia lista.

venerdì 18 marzo 2016

La pesca degli aironi


di Francesco Barberini

Acquapendente 10/3/2016


Questo inverno sta frequentando il mio stagno, per la prima volta, un airone cenerino. L’airone cammina sul bordo o gira intorno alla ricerca di un punto buono dove fermarsi immobile per pescare. L’uccello però a volte si allontana dallo stagno e gira in mezzo al campo di grano vicino. 
Anche lì passa molto tempo immobile o camminando lentamente alla ricerca di insetti, ragni e topi. Infatti la dieta dell’airone non è costituita solo da pesci o anfibi ma, soprattutto nei periodi più duri, anche da insetti, ragni, rettili e piccoli mammiferi. Gli aironi non usano tutti la stessa tecnica di pesca. Gli aironi bianchi preferiscono stare immobili in acqua per tanto tempo in attesa del passaggio di un vittima. Altri invece come la Garzetta americana preferiscono cercare camminando lentamente, la Garzetta nivea invece preferisce stare in agguato su un ramo o su una roccia per poi lanciarsi su la preda per catturarla. Simile nel comportamento è il Tarabusino che sta però sempre su un ramo e non si bagna ma allunga solo la testa, o addirittura come la Sgarza ciuffetto che non si bagna neanche una piuma immergendo solo il becco. Altri Aironi invece, in particolare l’Egretta rossastra, l’Airone nero e l’Airone tricolore camminano nelle acque basse e fanno ombra con le ali per attirare le vittime ignare che pensano di essere al sicuro sotto un cespuglio. L’airone guardabuoi è invece l’ardeide meno legato alla vita aquatica e si sta diffondendo in tutto il mondo, segue il bestiame nei pascoli o si aggira nei campi coltivati alla ricerca di insetti o piccoli mammiferi. 
A me piacciono molto gli Aironi, i loro metodi di caccia e il loro aspetto ancora molto simile ai loro antenati dinosauri, i Dromeosauri. 

Un giovane di airone cenerino

Un po' di Norvegia

di Andrea Pulvirenti

Foto di Andrea Pulvirenti e Lorenzo Lattanzi


Dal 18 al 22 Febbraio sono stato a Bergen e nella regione di Hordaland, con l’intento di godermi un piccolo assaggio della meravigliosa natura norvegese. Il primo giro per il porto di Bergen mi regala subito una specie che avevo visto soltanto una volta e male…gli Edredoni che qui erano tanti e vicini. Le specie più comuni per la città sono le gavine e i gabbiani nordici, nel laghetto cittadino svernano anche delle morette.
Smerghi minori

Edredoni

Mugnaiaccio

 Il secondo giorno visito la penisola di RamsØy con vento a 40 Km/h e tempo instabile. Le insenature dei fiordi diventano il riparo di edredoni, quattrocchi, smerghi minori e gabbiani tra cui mugnaiacci e zafferani. Vedo anche una specie nuova per me lo Spioncello marino…
incredibile come un uccello così piccolo affronti i ventosi inverni norvegesi.

Spioncello marino

Il giorno seguente visito quello che è considerato uno dei paradisi naturalistici e ornitologici della regione: l’isola di Øygarden. Anche se non ha mostrato il massimo delle sue potenzialità, mi ritengo più che soddisfatto visto il meteo e il viaggio non nato con scopo ornitologico. I paesaggi sono stupendi, le foreste di conifere si stagliano sullo sfondo dell’oceano e l’isola è ricca di laghetti che costituiscono un riparo per diverse specie. 

 



La regina dell’isola è senza dubbio l’Aquila di mare che si lascia vedere diverse volte in tutta la sua maestosità. L’altro bel regalo è stato un gruppetto di Cigni selvatici e una LONTRA. Penultimo giorno sul monte che sovrasta Bergen: il FlØyen. 


Comincia anche una bella nevicata, è incredibile nel giro di pochissimo a venti minuti a piedi dal porto di Bergen si può fare sci di fondo in tutta tranquillità. Nel bosco tra scoiattoli e cince di tutte le specie vedo anche la mia prima coppia di Ciuffolotti della sottospecie nominale.


Visto che il tempo si stabilizza passo le prime ore di buio nella foresta per cercare di vedere qualche notturno.


Questo viaggetto voleva essere solo un assaggio e la Norvegia merita sicuramente un viaggio ornitologico più approfondito. Ciaoo alla prossima ;-)










giovedì 17 marzo 2016

Una melanitta al giorno...
January 18, 2015

di Vincenzo Alfano

"Una melanitta al giorno leva il medico di torno"
                                                    
Giovedì,15 Gen.

Che giornata moscia.
Troppo sole, troppa gente, troppi cani, troppo caldo.
Alla foce troviamo un gabbiano. "No due, ne arriva uno in volo!"
Ridiamo con sarcasmo.

Probabilmente abbiamo battuto il record storico degli IWC più scarsi di sempre.
Discutiamo di come anche un dato negativo dica tanto, e sia comunque importante.
Ad esempio ci dice che oggi è troppo caldo rispetto a un Gennaio normale, che molti siti hanno perso il loro valore e che le spiagge di Pesaro hanno un elevatissimo disturbo antropico, in ogni periodo dell anno (anche sotto la grandine e una pioggia di meteoriti qualcuno deve per forza venirci a correre o a portare il cane).

Cosi ci rassegniamo al mare vacante. Riapprezziamo i cormorani, calmiamo la nostra sete. Contiamo le pecorelle


"Hei guarda quello vicino alla boa , sarà un cormorano?... Si dai, è un cormorano" . Allora punto il binocolo. Vedo solo un coso scuro, non vedo la testa non vedo la coda. Annuisco un po titubante. Una parte  nel mio cervello scatta, ma l'altra parte , pessimista e non permissiva, non lo accetta, la annienta e la  sconfigge.
Ritorno ai gabbiani, devo concentrarmi..

...in realtà cercavamo di convincerci che quella massa nera fosse un cormorano OGM ... deforme, con la testa incassata e in fin di vita... Mi distraggo con un sospetto fasullissimo pontico che mi fa  dimenticare totalmente della massa nera non chiaramente identificata.

Ritorno da Paolo, "Paolo ce ne andiamo?"
"L'hai piu guardato quell uccello vicino alla boa?"
"No cavolo !" Ripunto il binocolo, e turbato, senza ancora vedere né testa né coda dico convinto "Paolo quello non è un cormorano. NON è un cormorano!"
Corro felice verso le boe, avevo realizzato (quale cormorano starebbe sempre lì fermo come una massa informe, senza mai tuffarsi e senza mai tirare su il collo?)

Arrivato vicino riesco a vedere tutto: la adorabile codina all'insù, il corpo ciccio e tondo e il bellissimo becco arancio, arancio come la boa. 
"Melanitta nigra ! Melanitta NIGRA!"... Un orchetto a riva è sempre un orchetto a riva...     e con questo calore quasi estivo(!) capirete che l effetto vampata è immediato. Butto a terra il giubbotto nella sabbia.

Tra i miei versi molesti per l eccitamento per la scoperta  e qualche foto alla buona, per dimostrare più a me stesso che agli altri che era vero, Paolo appagato e soddisfatto scrive sulla sua agenda "1 orchetto marino"! 

Lui sta li, sembra annoiato. Ondeggia insieme alla boa, ogni tanto ci gira intorno, poi solo per poco scompare dietro gli scogli, dove immagino  banchetti con la stessa flemma...e ritorna fedelmente alla  boa.

Ne ho dedotto: gli orchetti sono strettamente imparentati con le boe, sia  per il jizz che per il colore. Io li unirei nello stesso genere.
Vento di Ventotene
November 9, 2015
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Vincenzo Alfano
 Diario di viaggio parte 2

25 Ottobre

Da qualche giorno l isola è piena di codirossi spazzacamino e saltimpali, ovviamente pettirossi e stormi di tordele.

Stamattina un bel calandro maggiore ci ha sorvolati in alto sulle reti, mai visto prima dagli  altri presenti, che hanno potuto apprezzare il jizz e il verso caratteristico.

Il Radde stamattina era ancora presente in una zona vicina a dove l'abbiamo rilasciato ieri, l'ho risentito diverse volte quel suo gvic' da scimmietta.

Nel secondo giro eravamo io e Andrea Senese alle reti, sento il forestiero  proprio alle nostre spalle "Caz** Andri!  il forestiero!! Neanche il tempo di dirlo un cazzillo si tuffa in rete davanti a noi . Incredibile, era dal mio lato, lo acciuffo e lo bacio. Dio.


Di rilevante ancora la presenza di minimo un trombettiere, forse lo stesso individuo, e di un prispolone indiano.

Forse ieri un longspur lapland sentito ma non visto, quindi non mi sento di confermarlo, sarebbe bello se si riuscisse a trovarlo negli ambienti adatti. 

Mi piacerebbe girare un po' per cercare bene in tutta l'isola
ma ahimè le reti mi chiamano e non posso neanche portare il binocolo al collo.

Quest' isola incantevole è sospesa in un tripudio di azzurri.



28 Ottobre

Oggi ho risentito benissimo lo Zigolo di Lapponia di qualche giorno fa, e visto male in volo alto. Non so neanche se sia lo stesso individuo ormai, sono al settimo cielo.

Inoltre un falco Sacro che se ne è sbattuto altamente del pellegrino locale, visto e sparito subito.

Direi che anche stando alle reti qui si facciano osservazioni di lusso, è incredibile;

l' isola  si è impossessata del mio cuore ormai.



31 Ottobre


Qui va a finire tutto nell'assurdo.

Perché un frullino non può involarsi a due metri dalle scale della stazione dove siamo passati in cinque già ottocento volte!
E invece si, per la felicità mia e di Giovanni che era davanti e si è goduto la sciccheria delle strie gialle sul dorso.

Ma è ancor piu assurdo questo.

L'isola è piena di porciglioni, che grugniscono tutto il dì, e che io invoco invano nella rete.
Passando per l'ennesimo giro nell'ambiente alquanto divertente per i rallidi sento chiaro e forte a due-tre metri da me: " aaarrrrrrr" inconfondibile, soave alle mie orecchie, e come sono solito dire 'la sinapsi parte subito: Schiribilla grigiata!

Dico no, è impossibile.
E invece sono a Ventotene, periodo di passo dei rallidi, che fortunatamente emettono qualche verso ogni tanto.
È un dato per me alquanto inusuale e assurdo come tutto su quest'isola, ma senza documentazione nè tantomeno aver risentito il verso più di una volta non mi sento di confermarlo.

Peccato che molti primi incontri  lascino solo un'onda nell'aria e nessuna soddisfazione agli occhi, d'altronde molte specie sono speciali proprio per il mistero che le circonda, e sono quelle che io amo.
 
Domani si chiudono le reti. Bacerò questa terra prima di partire. 



02 Novembre

Io e Gio arriviamo in fretta e furia al porto, stavamo per perdere il traghetto, non eravamo stati avvisati del cambio di orari per via del mare agitato. 
Salutiamo Sara con un abbraccio, mi sono tanto affezzionato non solo all'isola ma anche alle anime che la incarnano.
So gia che starò male, il mal d'isola è tremendo. 
Peso l'ultimo passo sulla terra sacra prima di salire sul traghetto, poi partiamo.

Sara ci saluta dal molo,  la visione bellissima di lei immersa nelle scintille del mare
che muove il braccio, e l'isola dietro.
Mi giro per l'ultima volta a guardarla. 
Vento di Ventotene
November 9, 2015
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Vincenzo Alfano
 Diario di viaggio 1°Parte




19 Ottobre

Non riesco a darmi pace quassù, adrenalina a mille
I forestieri visti, sentiti e fotografati stamattina da me e Mattia risultano minimo 4. Checcarini. Tre gia segnalati in precedenza:
uno a punta Eolo, il secondo all' Elicriso, il terzo in un viale  piu avanti  dove ne abbiamo trovato ben due, quindi un quarto forestiero. Questi due si rincorrevano a neanche due metri da noi mentre eravamo seduti su un muretto davanti ad una siepe.

Inoltre a punta Eolo di bello:

Smeriglio tipo femmina
Sterpazzola di Sardegna
Pantana
Poi Sterpazzoline, occhiocotti, molte allodole, spioncelli, pispole ecc. e un prispolone dal verso acutissimo ma non si va oltre  (  prego Dio che sia lo stesso indiano inanellato qui qualche settimana fa e che sia rimasto qui per farsi vedere nei prossimi giorni da noi. Meglio ancora se ne finisce un altro in rete!

Ieri invece un bel falco pescatore  ha rotto nel cielo la monotonia del pellegrino e dei gheppi.

Minimo 2 Monachelle in subsong, una vista bene e da vicino finalmente, davvero bella.




21 Ottobre


Qui tira vento. Vento buono, vento di Ventotene.
Stamattina abbiamo risentito il Trumpeter finch ed io ero felicissimo dato che ieri non ero riuscito né a vederlo né a sentirlo (dato  che ero a casa a prepararmi mentre Mattia era uscito per salutare una sua amica anche lei ospite sull'isola).. Infatti ieri sono dovuto uscire in pigiama e precipitarmi giu dalla discesa correndo come un dannato...
Cosi l'odio e l' invidia stamane sono andate via quando con grande mia fortuna il trombettiere ha emesso giusto due versi nel bellissimo ambiente torturato dal vento. Proveremo a godercelo meglio e a fotografarlo se smette di piovere e di tirare vento a oltranza.

Di bello oggi
2 Smerigli,
1 Airone rosso in volo basso sopra di noi
1 Succiacapre
Prime due scopaiole.
Tantissimi pettirossi. Tantissimi bottacci. E tanti prispoloni

Girato oggi per niente , troppo vento troppo freddo e troppa pioggia. Abbiamo solo giocato a chiudere e aprire le reti... Chissà cosa c'è di speciale in realtà sull isola che si sta nascondendo...


24 Ottobre


Ho appena tolto dalle reti un Lui di Radde.
Infarto
Sono morto