sabato 17 gennaio 2015

Nordmanni

   foto di Marco Crivellari

16 agosto

Con la mia famiglia ho trascorso la mattinata lungo le colline intorno a Momperone (AL), tra Bianconi e Sterpazzoline, canti di Rigogoli e bellissime Ghiandaie marine color turchese.
Verso le 17, prima di rientrare a casa, decidiamo di buttare un occhio alle vasche di Cascina Venezia, vicino a Casei Gerola (PV), che spesso ospitano specie interessanti.
Osservo una decina di Morette tabaccate e qualche Fistione turco: entrambe le specie qui nidificano; una ventina di Marzaiole, invece, sono già in migrazione.
Controllo un argine e mi accorgo che in mezzo ai Germani reali in riposo c’è anche un uccello più piccolo, un limicolo. Guardo meglio e… Bingo, una Pernice di mare! Sarebbe la seconda per la provincia di Pavia, dopo un individuo a pochi kilometri di distanza circa un anno fa.

Mi viene un dubbio. Allora mi metto a studiare l’individuo, che intanto è tranquillo e mangia libellule con rapidi balzi, ne cattura parecchie. Rimane sempre posato, la luce non è delle migliori e fa molto caldo, però riesco a notare che è un adulto, in abito non riproduttivo. Ha molto nero nella zona delle redini, dorso scuro, poco rosso alla base del becco e le zampe abbastanza lunghe. A questo punto avrei bisogno di vedere il sottoala, scuro o quasi nero e con assenza di bordo terminale bianco nella nordmanni e rosso mattone con bordo terminale bianco nella pratincola.

Aspetto. Finalmente s’invola, la guardo attentamente e mi viene un colpo: il sottoala è molto scuro. E il bordo bianco non c’è! E’ una Pernice di mare orientale (Glareola nordmanni)!
Tornato a casa invio una mail in lista per avvisare della presenza di una specie così rara e controllo quante volte è stata avvistata in Italia: solo 7, di cui due dati ancora nell’ottocento e solo due dopo il 1950, due individui in Emilia Romagna nel 1996 e 1997.
Il giorno seguente verrà osservata nuovamente da alcuni birders giunti appositamente sul posto e viene anche confermata l’identificazione : è l’ottava Pernice di mare orientale per l’Italia. Numerose altre persone provenienti da mezza Italia sono accorse nei giorni seguenti per osservare questa bellissima specie, sempre intenta a scartocciare libellule, come faceva quel giorno indimenticabile.

giovedì 1 gennaio 2015

Ritorno di fiamma

                            
di Claudio Fiorini

Asio flammeus: specie politipica a distribuzione sub-cosmopolita, in Italia è presente come migratore e svern...MOMENTO...non sono mica qui a scrivere una presentazione seria! Non ho veramente studiato questa specie, nella mia limitata esperienza però l’ho osservato un po’ di volte e mi sento di poter condividere alcune impressioni sulle sue abitudini e comportamenti.

In realtà la prima volta che l’ho cercato è stato un clamoroso buco nell’acqua, ma forse meglio così perché gli individui che cercavo sono poi stati assediati durante l’inverno da altre miriadi di fotografi e birdwatcher o presunti tali... la cosa accade spesso al gufo di palude purtroppo, molti perdono lucidità quando hanno a che fare con lui e finiscono col causare solo stress agli animali! Chiusa la parentesi polemica, la mia prima osservazione è arrivata a fine dicembre 2012, un self found davvero da ricordare...

Eravamo tre sfigati (io, Filippo Moratelli e Davide Aldi) a zonzo per una fredda e nebbiosa Sacca di Scardovari (RO) e non ci eravamo nemmeno resi conto di aver appena osservato una poiana calzata che, dal mare, si materializzano 3 gufi che si posano proprio di fianco a noi!! L’urlo “flammeuuuus” in questi momenti è incontenibile! Uno in particolare si ferma su un legno e mi squadra dalla testa ai piedi, curioso si direbbe... piega la testa di lato e di sicuro pensa “cos’avrò mai di particolare, perché questo mi fissa e mi fotografa??” tanto che dopo pochi secondi smette di trovarmi interessante e vola via... In quei momenti assoluto silenzio, il gufo non produce un suono, solo qualche clic della macchina fotografica e tu che non riesci a trattenere una risatina isterica...

L’ultima mia esperienza con il gufone della tundra è stata forse la più incredibile... ero in cima a un monte, a 1900m di quota, qui in Appennino, dopo una gustosa ricerca di pivieri tortolini... di nuovo con l’amico Davide camminiamo tutti tranquilli e lui fa involare dal crinale proprio un flammeus in sosta migratoria!! A stento riesce a pronunciare l’ormai famoso “flammeuuuus” e io, girandomi per dire che la smetta di dire ***ate, vedo che invece ha ragione!

Il gufo gira su di noi giudicandoci con tutto il disprezzo che prova uno che viene svegliato mentre dorme profondamente e a binocolo scorgo i suoi occhioni gialli bordati di mascara... mi fulmina in un secondo e decide di prendere una corrente e sparire all’orizzonte. Per la data precoce (metà settembre) e il luogo ancora siamo sotto shock... Ora aspettiamo che torni il loro periodo e come ogni anno mi auguro di incontrarli ovunque loro decidano di manifestarsi, imprevedibili fantasmi del Nord, e di restarne ancora una volta ammaliato.