lunedì 4 aprile 2016

The Crake's corner




di Niccolo Ghionzoli

E' sera e sono al Lago di Porta a fare birdwatching con mio padre.
 L'attesa è alta perchè la volta precedente avevo visto ben poco in migrazione e perchè secondo me il periodo fine marzo-inizio aprile è il migliore per poter seguire la migrazione degli uccelli in questo posto.
Anche se nel pomeriggio ho già visto alcune specie come la marzaiola, l'upupa, la nitticora, il topino, per le quali mi sento già soddisfatto, tuttavia manca ancora il pezzo forte: la schiribilla. In questo mese è di passo al Lago di Porta ed è un piacere vederla la sera che spunta dai canneti per camminare furtivamente su piattaforme di frammenti di canne galleggianti, in particolare in un punto dove l'argine del laghetto fa una curva, in prossimità della quale c'è una rampa che conduce a un chiaro chiamato di "Bregoscia". Inoltre, aspettando un po' la sera alcuni individui diventano un po' più confidenti e possono essere fotografati anche discretamente, nonostante la luce non sia adatta.


Mi trovo esattamente in questo punto, ma le schiribille tardano ad uscire e allora ne approfitto per dare un'occhiata al vicino chiaro, in cui si stanno alimentando tranquillamente alcuni germani reali e qualche gallinella d'acqua, lasciando mio padre a fare fotografie. Non c'è altro nel chiaretto e così ritorno alla posizione iniziale dove trovo mio padre intento a puntare la macchina fotografica verso un punto  nel canneto nell'argine. Gli chiedo: "Che cosa stai fotografando?""La schiribilla". Gli chiedo dov'è e dopo pochi istanti punto il binocolo.
 Un'apparente schiribilla maschio si sta muovendo molto vicina ai limiti di un canneto dove l'acqua è bassa ma alcuni dettagli non tornano. E' macchiata sul dorso in modo inusuale e poi ha delle striature nella parte inferiore del ventre che non mi convincono. "No", è la prima cosa che dico, quell'uccello non è una cosa normale. 





Fin da subito non sono convinto che sia un normale maschio di schiribilla (che già sarebbe un'ottima osservazione); fortunatamente l'uccello non sembra elusivo e si fa ammirare per bene in modo da poter scattare qualche foto. Col passare del tempo il mio sospetto diventa sempre più fondato e acquista sempre sicurezza intorno a due parole: schiribilla grigiata! Nel frattempo, provo a cercare risposte concrete guardando intorno per vedere se è possibile fare un confronto con qualche maschio di schiribilla, ma lì vicino esce solo una femmina. Peccato, anche se è la prima dell'anno.


Dopo oltre mezz'ora dalla prima uscita di quello strano intruso, mentre sto guardando il mio libro che mi dà la certezza dell'identificazione, un falchetto che si posa su un alberello davanti a noi attira la mia attenzione: lancio un grido di stupore ma neanche il tempo di guardarlo col binocolo (impossibile, visto che era troppo vicino ed era nascosto dai rami dalle piccole foglie di inizio primavera dell'alberello) che è già volato. Accidenti, l'ho spaventato! e in seguito a questo episodio la schiribilla grigiata non si fa più vedere. Poco dopo a casa la definitiva certezza dell'avvistamento arriva guardando e riguardando le foto scattate.

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